La Mole Antonelliana: molto più che l’emblema di Torino

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Domenica scorsa due coraggiosi alpinisti hanno voluto scalare i 167,5 metri della Mole Antonelliana di Torino per celebrare con un’impresa epica il 150° anniversario dalla firma del contratto con cui fu decisa la costruzione di quello che era destinato a diventare il simbolo del capoluogo piemontese.

L’edificio fu infatti commissionato nel 1863 al grande architetto Alessandro Antonelli dalla comunità israelitica torinese, che voleva erigere la propria sinagoga. Antonelli aveva già in mente l’audace progetto che oggi vediamo stagliarsi sullo sfondo panoramico delle Alpi: una struttura piramidale a base quadrata destinata a reggere un’enorme cupola curva. All’attuale risultato si arrivò però per tappe: Antonelli presentò alla committenza dei progetti successivi, partendo con un primo edificio alto 47 metri iniziato nel 1863, per poi convincere i finanziatori a elevarlo fino a 113 metri. A quel punto (nel 1869) però la comunità ebraica dovette chiudere il cantiere per mancanza di fondi. I lavori ripresero quando il Comune rilevò l’edificio per farne il Museo del Risorgimento e offrì l’occasione ad Antonelli di dare all’edificio le dimensioni sognate. All’altezza attuale si giunse soltanto nel 1889, quando Alessandro Antonelli era già morto: fu il figlio Alessandro che ne vide l’inaugurazione con la posa della statua del genio alato di quattro metri sulla guglia.

Dal 2000 a questa parte la Mole Antonelliana ospita da par suo il Museo del Cinema, progettato da Gianfranco Gritella e allestito dell’architetto svizzero François Confino. Gritella ha progettato anche la stupefacente rampa che si inerpica nella volta. Il Museo ospita una collezione tra le più importanti del mondo per ricchezza del patrimonio e molteplicità di attività scientifiche e divulgative, tra cui la spettacolare proiezione di immagini di alcuni dei film più famosi della storia sullo schermo naturale dell’interno della cupola.

Senza questo eccezionale monumento non è possibile immaginare lo skyline di Torino, tant’è vero che uno dei giri di parole preferite per indicare la città piemontese è l’espressione “sotto la Mole” o “della Mole”. Non è una legge scritta, ma finora nessun edificio torinese ha voluto superare l’altezza della Mole: i torinesi la amano troppo.

1 commento su “La Mole Antonelliana: molto più che l’emblema di Torino”
  1. Amato ha detto:

    Bella foto con le Alpi sullo sfondo!


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