Tutte le meraviglie di Orvieto, in Umbria

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Sulle guide turistiche per gli stranieri che visitano l’Italia, di Orvieto è detto che merita una visita “prolungata”, non solo una gita mordi-e-fuggi. Così infatti si comportano tutti i turisti che sanno il fatto loro. Quelli che apprezzano non soltanto monumenti artistici e cultura, ma anche artigianato, ospitalità, eventi ed enogastronomia.

La città di Orvieto, costruita su una rupe di tufo nel verde della campagna umbra, in provincia di Terni è una sintesi praticamente perfetta tra natura e architettura.


Imponente e solare, il Duomo è noto in tutto il mondo per la sua straordinaria bellezza e trova naturale collocazione nell’ambiente circostante. Iniziato a costruire nel 1290, è un magnifico esempio di gotico italiano (insieme a quello di Siena rientra tra le cattedrali più simili a quelle francesi). Fu disegnato da Arnolfo di Cambio. Immediato e indimenticabile l’impatto della facciata a trittico, che attira turisti da ogni angolo del mondo. Le pareti esterne sono costituita da lastre di pietra bianca e nera alternate in orizzontale, mentre la facciata è decorata con draghi di bronzo, mosaici dorati e bassorilievi di marmo, opera del senese Lorenzo Maitani. All’interno la pianta è basilicale, con pilastri cilindrici o poligonali, una copertura a capriate e una prevalenza della bicromia bianco-verde.

La seduzione di Orvieto si materializza anche in un altro tesoro della città: il pozzo di San Patrizio, quartiere medievale. Nel pozzo le fantasie precipitano, e la mente si lascia trasportare in un magico vortice e nel gioco di prospettive.

Da vedere anche l’antichissima chiesa di San Giovenale (1004), situata sul bordo del masso tufaceo e costruita sui resti di una chiesa paleocristiana. E poi la chiesa di San Domenico, all’interno della quale è conservata la cattedra di Tommaso d’Aquino – che a Orvieto tenne lezioni di teologia. Splendide le vie del centro storico, che pullulano di palazzi medievali e rinascimentali, e poi la cosiddetta Orvieto sotterranea, una serie di gallerie e cantine, alcune delle quali risalgono al periodo etrusco.


Un altro gioiello di Orvieto – non sufficientemente conosciuto a nostro avviso – è la Necropoli del Crocifisso del Tufo che vedete qui sopra e che prende il nome da un crocifisso scolpito in una cappella rupestre non lontana. Una vera e propria città dei morti costruita interamente con lastre di tufo prese dalla rupe. E ideata secondo un preciso piano urbanistico con strade disposte a incroci perpendicolari. Nella necropoli si trova una straordinaria serie di tombe etrusche a camera risalenti al periodo tra il VI e il III secolo a.C., con iscrizioni in lingua etrusca. Ben 150 di esse sono visitabili e hanno una parte rialzata dove venivano riposti i corpi di una stessa famiglia e una parte più bassa dove veniva messo il corredo, soprattutto vasi dipinti. Sopra quasi ogni tomba si trova un cippo, che può avere forma e dimensioni diverse: a fungo, circolare o squadrata.

Ma come dicevamo in apertura, Orvieto non è solo arte: brilla sempre di più il suo successo come centro del turismo eno-gastronomico all’insegna di ritmi tranquilli e gusto genuino. Nel Palazzo del Gusto, all’interno del quattrocentesco Convento di San Giovanni, ha infatti sede Città Slow, che propugna e promuove una filosofia di vita “lenta”, capace di gustare i piaceri del pelato come essi meritano.


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