Siena: la più poetica delle città d’arte

Di
Piazza Del Campo, Siena

Di tutte le città d’arte toscane, Siena è forse la più suggestiva. Iscritta da decenni nel patrimonio dell’umanità tutelato dall’UNESCO, è sicuramente è la città italiana in cui l’arte gotica si presenta nella sua forma più pura.

Cuore della città, nonché esempio perfetto di architettura medievale, è la Piazza del Campo, incredibilmente armonica nella sua forma a valva di conchiglia, costruita nei secoli XIII e XIV su un declivio naturale. Il ‘Campo’ è uno dei più alti esempi dell’urbanistica europea del Medioevo: su di essa si affacciano infatti alti edifici tutti privi di balconi, ma ricchissimi di finestre che creano uno straordinario equilibrio dell’insieme con calibratissimi rapporti tra spazi vuoti e volumi architettonici.

Sulla Piazza si trovano il Palazzo Pubblico, sede del governo della città fin dall’anno 1297 e la torre del Mangia. Dentro il Palazzo Pubblico troviamo i preziosi affreschi opera di Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti. Sono detti ‘affreschi parlanti’ perché pieni zeppi di iscrizioni e didascalie dirette allo spettatore per evitare equivoci sui contenuti delle immagini.

Quanto alla Torre che, come una meridiana, getta la sua ombra sulla piazza e scandisce le ore, la sua fondazione, negli anni 1325–1344, fu un evento memorabile per la città. Mangia era il soprannome del maestro orologiaio che nel 1347 ricevette l’incarico di battere le ore dall’alto della torre. In seguito l’uomo fu sostituito da un automa. (Ne parliamo più avanti in dettaglio…)

Siena

Come tutti sanno, sulla Piazza del Campo viene disputato il Palio delle Contrade due volte l’anno, nei mesi di luglio e agosto. Su questo selciato si corre la celeberrima gara equestre tra le contrade della città, ognuna rappresentata da un cavallo. I partecipanti alla corsa, ai cortei e alle sbandierate che la precedono indossano stupendi e variopinti costumi medievali.

Lasciata la Piazza del Campo, bisognerà inerpicarsi sulla collina del Duomo, costruito proprio nel punto più elevato della città. La chiesa è considerata uno dei capolavori dell’architettura italiana di tutti i tempi e al suo interno – semplice e austero, con una preferenza per le linee orizzontali bianche e verdi – i capolavori non si contano: le statue di Giovanni Pisano, gli affreschi di Pinturicchio e Raffaello nella Libreria Piccolomini, le statue di Donatello e Michelangelo, la cappella di Gian Lorenzo Bernini.

Tra gli innumerevoli tesori artistici racchiusi all’interno della cattedrale e degli edifici adiacenti, colpisce soprattutto il pavimento di marmo intarsiato e riccamente decorato posato negli anni 1369–1546 da più di quaranta artisti. In anni recenti nelle viscere della cattedrale è stata scoperta per caso un’antica cripta ricoperta di sgargianti affreschi magnificamente conservati, opera di Duccio da Boninsegna. E accanto alla cattedrale, nel Museo dell’Opera del Duomo, si conserva il capolavoro di Duccio, la celeberrima Maestà, l’antica pala d’altare del Duomo.

A Siena la rete medievale di strade con le famose porte e le numerosi fonti è rimasta praticamente intatta nei secoli. Semplicemente passeggiando si incontrano angoli e storie inattese. Raccomandiamo soprattutto il Palazzo Piccolomini, anche noto come Palazzo delle Papesse perché fatto costruire dalla sorella di un Papa. E, quasi dirimpetto, il Palazzo Chigi Saracini, all’interno del quale sono ospitate l’Accademia Musicale Chigiana e la strepitosa collezione d’arte Chigi-Saracini.
E per chi volesse avventurarsi anche un po’ fuori Siena, raccomandiamo sicuramente di visitare Pienza, San Gimignano e di trascorrere un weekend di relax nelle numerose terme della provincia di Siena.

Visitare la Torre del Mangia a Siena

musei siena

La torre del Mangia, affiancata al palazzo comunale, si staglia da 88 metri di altezza sopra Siena dal 1348, anno della sua inaugurazione. I lavori durarono oltre 10 anni e furono seguiti da molti importanti architetti, come Agostino di Giovanni, Lippo Memmi e i fratelli Francesco e Minuccio di Rinaldo; il nome attuale non deriva da nessuno di loro, ma da un semplice campanaro, che si chiamava Giovanni di Balduccio ed era noto ai cittadini come “Mangiaguadagni”, per l’abitudine di sperperare lo stipendio nelle osterie di Siena. Nel 1400 la torre fu dotata di un nuovo meccanismo, completo di un automa che batteva sulla campana al posto del campanaro; il popolo attribuì a questa innovazione lo stesso nomignolo, in considerazione di tutto il denaro speso per la manutenzione e il restauro dei meccanismi.

Da allora, in cima alla torre si sono succeduti diversi “Mangia”: la prima statua in legno fu sostituita da una di ottone già nel 1425, e sono documentati avvicendamenti anche nei secoli successivi, con materiali come pietra e travertino, fino a quando la scultura non fu definitivamente rimossa nel 1780. Oggi è possibile ammirare i resti dell’ultima Mangia nel cortile del Podestà, che si trova proprio sotto alla torre.

Per arrivare in cima alla torre occorre salire circa 400 gradini, di cui 110 portano al primo terrazzino e 242 alla cella campanaria. Una piccola fatica dal costo contenuto: 10 € che diventano 15 se si decide di abbinarvi la visita al Museo Civico. Gli orari variano in base al periodo dell’anno: li trovate aggiornati sul sito del comune!


Commenta o partecipa alla discussione
Nome (obbligatorio)

E-mail (non verrà pubblicata) (obbligatoria)

Sito Web (opzionale)

Copyright © Teknosurf.it, 2007-2024, P.IVA 01264890052
SoloTravel.it – Guida su viaggi e vacanze supplemento alla testata giornalistica Gratis.it, registrata presso il Tribunale di Milano n. 191 del 24/04/2009