Il fascino di Rijeka (Fiume), una tappa da non perdere in Croazia

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Nel 2020 Rijeka (Fiume) è stata nominata insieme a Galway in Irlanda, “Capitale europea della cultura”. In precedenza non era considerata una meta particolarmente desiderabile per i turisti, più desiderosi di raggiungere altre città di mare della costa croata adriatica. Certo, il nome di Rijeka non è particolarmente collegabile con l’immagine di spiagge invitanti con sedie a sdraio e ombrelloni colorati. Ma del resto non ne ha bisogno, perché ha un alto tipo di fascino.

Rijeka è una sorta di interfaccia tra la Mitteleuropa e l’Europa sudorientale. Questa città portuale affacciata sul Golfo del Quarnero è una vetrina di stili diversi: fortezze medievali, magnifici palazzi dell’epoca asburgica, mercati coperti in stile liberty, piazze tipicamente italiane, prefabbricati socialisti in cemento armato e fabbriche abbandonate che vorrebbero rinascere sotto altra forma.

Fino alla I guerra mondiale la città appartenne alla monarchia austroungarica, dal 1924 al 1945 la maggior parte della città fu sotto il dominio italiano. Poi divenne parte dello stato multietnico della Jugoslavia, in cui Rijeka divenne una città modello di stampo socialista con cantieri navali, raffinerie e fabbriche. In quel periodo la popolazione passò da 25.000 a 200.000 abitanti. Dopo lo sbriciolamento della Jugoslavia in vari stati tra cui la Croazia, molte industrie dovettero chiudere i battenti e la popolazione si ridusse alle circa 130.000 persone attuali.

A differenza di altre capitali europee della cultura, la città sul Golfo del Quarnero non ha voluto costruire nuovi edifici per l’occasione. Rijeka ha conservato il vecchio, trasformandolo però in qualcosa di nuovo. Gli edifici industriali abbandonati fanno parte dell’identità della città, hanno un valore narrativo, per questo è stato deciso di non demolirli, ma di riprogettarli. Ad esempio, l’ex complesso “Rikard Bencic” diventerà sede di quattro nuove istituzioni culturali.

Anche la nave “Galeb” – un tempo nave mercantile e militare, poi panfilo di rappresentanza del maresciallo Tito – deve essere trasformata in museo.

Una città aperta, tollerante e multiculturale

“Porto della diversità” è il motto adottato dalla città di Rijeka per descrivere sé stessa. Il porto è la porta d’accesso al mondo, attraverso la quale sono passate molte nazionalità, culture e religioni. A differenza del resto della Croazia, spiccatamente conservatrice, qui si respira un’atmosfera più tollerante, aperta, libera. Non a caso la vivace scena culturale di Rijeka attira molti artisti, musicisti e amanti della libertà. Qui ad esempio è nato il punk croato con gruppi come i “Paraf” ed è sorta la prima rock band dell’ex Jugoslavia, gli “Uragani”.


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