L’Abbazia di Morimondo: un gioiello alle porte di Milano

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Nel comune di Morimondo, sulle sponde del fiume Ticino tra le province di Milano e Pavia si trova una meravigliosa abbazia del XII secolo, una delle meglio conservate in Europa.

Fu fondata nel 1134 da un gruppo di monaci cistercensi provenienti da Morimond in Borgogna. Per costruirla i dovettero disboscare, bonificare e coltivare il terreno incolto e selvaggio e infine iniziarono a costruire gli edifici che compongono il monastero: chiesa, chiostro e monastero.

Il processo di costruzione della chiesa fu piuttosto lungo: iniziò verso il 1182 con l’abside e fu concluso con i lavori della facciata solo nel 1296. Ma nel corso dei secoli furono mantenute le direttive del progetto originario. La chiesa è un capolavoro di architettura. Essenzialità, ordine, funzionalità, geometricità sono le caratteristiche dell’edificio, che rispecchia perfettamente lo spirito cistercense: si tratta di un’architettura essenziale, ma tutt’altro che povera, anzi imponente, capace di dominare lo spazio con forme e proporzioni straordinarie. Una sorta di arte astratta ante litteram, che parla all’intelligenza, più che ai sensi. E per farlo non si serve di parole o immagini, ma di simboli: la geometria, i materiali e la luce. Per esempio, la scelta dei mattoni a vista,  invece che della pietra. Il mattone è un materiale umile, composto di argilla e acqua cotti nel fuoco della fornace. Un mattone da solo vale poco, ma tanti mattoni insieme – ognuno con la sua unicità – possono dare vita a un edificio grandioso come questo, così come i credenti insieme costruiscono la Chiesa.

L’interno della chiesa è austero e affascinante: le colonne massicce piantate nel pavimento ne sostengono altre più snelle, che esplodono nei costoloni delle volte a crociera vincendo la forza di gravità: siamo di fronte a un altro simbolo: quello dell’anima che, volendo, può elevarsi su questo mondo e andare verso Dio.

L’effetto complessivo trasmesso dalla chiesa è quello di uno straordinario equilibrio. Ma l’armonia è basata su elementi diversi, dissonanti, perfino contraddittori: per esempio, tra i pilastri, alcuni sono rotondi, altri ottagonali e altri compositi. Per quanto riguarda gli archi, quelli della navata destra sono romanici, a tutto sesto. Quelli della navata sinistra sono gotici, a sesto acuto. Anche i capitelli sono tutti diversi tra loro. Differente è l’altezza delle colonne e mutevoli perfino i costoloni delle crociere. Non sono errori o dimenticanze, ma un modo di rappresentare il mondo così com’è: irregolare o imperfetto, ma tenuto insieme dal Creatore.

Su tutto domina la luce, che irrompe da ogni parte, quasi sferzante, ridisegna in continuazione lo spazio. Il pavimento è in leggera salita, come l’esperienza quotidiana. Più si incede, più la navata diventa luminosa: la luce che piove dai rosoni avvolge il visitatore, lo attira a sé.

Il complesso del monastero di Morimondo non si articola intorno alla chiesa, bensì intorno al chiostro. Un cortile a quattro lati, ciascuno dei quali corrisponde a un punto cardinale, scelto con un significato preciso. La chiesa guarda a sud, verso il sole, e questo simboleggia il luogo dello spirito. Al lato opposto, a nord corrispondono i locali destinati alla cura del corpo: refettorio e infermeria. Guardano al tramonto, con umiltà, i locali destinati al lavoro: sono bianchi, pratici, luminosi. A est, dove si vede il sole che sorge, si trovano invece i locali destinati all’accoglienza dei pellegrini.

Oltre ai suddetti locali, nel monastero sono particolarmente suggestivi i locali dello scriptorium, dove si trovano le postazioni di lavoro degli amanuensi. Qui i monaci, con grande pazienza scrivevano, trascrivevano e illustravano con miniature i codici e i testi che, fino all’invenzione della stampa, furono l’unica forma di trasmissione della cultura in Europa.

Una fondazione si occupa di conservare il tesoro di cultura che Morimondo ha accumulato in questi nove secoli. Questo è il suo sito, estremamente interessante.


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