Algeria: il deserto torna a essere una meta per il turismo invernale

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Il sole che splende sul deserto nei mesi d’inverno è un’emozione senza pari. Purtroppo molti dei territori occupati dal Sahara sono off-limits per i turisti in questi anni: è il caso di Libia, Mali, Niger, Mauritania. Da un anno a questa parte è invece ritornata accessibile l’Algeria, grazie agli sforzi del governo per tenere sotto controllo le frontiere con Niger e Mali mediante l’esercito e l’aviazione militare.

Così la città di Djanet e le mete più tipiche del deserto algerino sono di nuovo a portata di turisti. Su questa pagina una proposta per un itinerario di ben 15 giorni nel deserto algerino, di cui ricordiamo in sintesi le principali attrattive:

Djanet, un’oasi tuareg che per secoli costituì uno dei principali crocevia tra Africa Nera e Mar Mediterraneo. Da qui si può partire per escursioni che portano nel Tassili Najer, massiccio montuoso nel sudest del Paese, nei pressi del confine libico. Ricco di graffiti rupestri, rocce trasformate in figure fantastiche a cui è spesso possibile associare somiglianze con alberi, persone e animali (nella foto). Alle pendici della catena si trova l’Ouadi Djerat, una sorta di fiume fossile che ha scavato un canyon ricchissimo di incisioni e pitture risalenti all’epoca preislamica.

Djanet è anche la base per visitare l’Acacus, altra area montuosa dal paesaggio molto sabbioso con dune che possono raggiungere i 200 metri e si alternano a rocce di rara bellezza.

Terza attrazione importante è l’area vulcanica dell’Haggar, un paesaggio straordinario disegnato nel corso di varie ere geologiche da eruzioni che lo hanno disseminato di lava e frantumi di crateri. L’altopiano è dominato dagli oltre 2900 metri del monte Tahat, la vetta più alta del paese, da vari monoliti rocciosi e picchi verticali come i gemelli Tezuyeg. Sono pareti basaltiche molto amate dagli alpinisti di tutto il globo. Si stagliano sullo sfondo del deserto alternandosi a distese di pietre, letti di torrenti prosciugati e colmi sabbia, punteggiati da enormi massi di granito.


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