Un weekend nell’avveniristica Bilbao

Di

Guggenheim_Bilbao_Spain

Bilbao, capoluogo della provincia di Bizkaia nei Paesi Baschi in Spagna, si affaccia sull’estuario del fiume Nervión. In dialetto euskara (cioè in basco, una lingua antichissima che non ha legami con alcuna altro idioma europeo), si chiama Bilbo, ed è una città molto affascinante, soprattutto in quanto esempio assoluto di riconversione di una città sul piano economico, urbanistico e culturale.

Ex centro industriale, oggi Bilbao è infatti un vero museo a cielo aperto e un città pronta a rifarsi continuamente il look: dopo l’apertura del museo Guggenheim nel 1997 la città si è trasformata in maniera sorprendente e radicale, con investimenti e progetti urbanistici molto arditi affidati ai più grandi nomi dell’architettura internazionale, per esempio Frank O. Gehry, Norman Foster, Santiago Calatrava, Arata Isozaki, Zaha Hadid e Philippe Stark. Come in altre importanti città spagnole come Madrid, Barcellona, Valencia e Siviglia, anche a Bilbao l’architettura contemporanea ha trasformato la città, ridandole vita e le permettendole di guardare al futuro con ottimismo, vanto e orgoglio. Giardini, parchi, piste ciclabili, facoltà universitarie, hotel, locali e ristoranti alla moda ne fanno un centro amato dai i turisti di tutto il mondo, soprattutto giovani e appassionati di arte contemporanea.

Fulcro dell’interesse è il museo Guggenheim (nella foto), uno dei pochi edifici contemporanei tanto impressi nell’immaginario collettivo da non aver più bisogno di presentazione. Progettato dall’archi-star canadese Frank O. Gehry, riceve circa un milione di visitatori ogni anno e costituisce una grossa fonte di reddito per tutta la regione. La sua costruzione fu un’impresa titanica (24.000 metri quadri di cui 10.600 di spazio espositivo con l’impiego di 33.00 lastre in titanio e 2500 in cristallo), ma ben riuscita sotto tutti i punti di vista. Nell’edificio, esterno e interno dialogano in perfetto equilibrio in un mix tra architettura e arte plastica. Le linee sinuose del contenitore metallico si alternano alle luci naturali delle vetrate e a quelle artificiali dei LED di varie installazioni contenute al suo interno. Il Museo Guggenheim sorge nell’area del molo, accanto al vetusto ponte in ferro de La Salve, che ingloba parzialmente. E proprio la cima di questo ponte, cui si accede con un ascensore, è uno dei punti migliori da cui ammirare il Museo Guggenheim: la costruzione ha una struttura simile a quella di una nave, che si riflette sia nel fiume sia nel laghetto artificiale alla sua base e per certi versi ricorda le pieghe di un origami. Oppure può ammirare il mastodontico museo dal basso, superando la riva destra del fiume sul ponte pedonale Zubizuri o anche spingersi fino al ponte di acciaio e legno Pedro Arrupe, vietato alle auto. Da qualunque parte lo si guardi, l’impressione di meraviglia e le emozioni che trasmette il Guggenheim sono sempre forti. E le collezioni contenute al suo interno, sia permanenti che temporanee, ne fanno un’istituzione nel panorama espositivo mondiale. Al Guggenheim bisogna dedicare almeno una giornata, ma poi bisogna conoscere anche il resto di Bilbao.

Il cuore antico e pulsante della città basca è sicuramente il Casco Viejo, una trama di stradine vibranti di luci e suoni. Un clima allegro regna nei vicoli, pieni di poteo, i caratteristici bar baschi. Bella la Plaza Nueva, tutta porticata come un salotto a cielo aperto, come anche il sagrato della Catedral de Santiago.

Ma a Bilbao è anche piacevole passeggiare tra gli antichi moli e i depositi ferroviari di Abandoibarra, recentemente ristrutturati e passeggiare lungo il paseo che costeggia il fiume fino al nostalgico palazzo Euskalduna, costruzione dall’anima di ferro un po’ arrugginita oggi sede di concerti di musica classica e rappresentazioni di opere liriche. Dai suoi finestroni si gode di una splendida vista sulle banchine del porto.

Poco oltre, si trova il Museo Maritimo Ría de Bilbao, che narra la storia del passato portuale dei Paesi Baschi. Si arriva poi alla Penisola di Zorrozaure, un’area post-industriale lunga oltre due kilometri in cui fabbriche dismesse si alternano a lussuosi palazzi residenziali.

Da vedere anche il ponte Campo Volantin, noto come Zubiruzi o ponte bianco, una struttura sospesa a cavi d’acciaio progettata da Santiago Calatrava, ma soprattutto il ponte di Vizcaya, dichiarato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità: lungo 160 metri, è un ponte trasportatore con una parte basculante che fa la spola tra le due rive per permettere l’attraversamento del fiume a veicoli e persone. Oltre che capolavoro della tecnica, è anche uno stupendo esempio di come il paesaggio può essere arricchito da un fabbricato industriale.

D’estate, si può fare come i bilbainos, che affollano il Parque del Arenal e salgono sull’Ascensor di Artxanda per raggiungere la sommità dell’omonima collina e godere della splendida vista fino al nuovo aeroporto disegnato da Santiago Calatrava. La metropolitana stessa, un sistema progettato da Norman Foster nel 1995, è in sé un’opera d’arte importante. Una delle stazioni più belle è quella in Plaza Moyua, con un ingresso tubolare in vetro, cristallo e cemento.

Bilbao vale una visita non soltanto per le sue stupefacenti architetture, ma anche per gustare la strepitosa cucina basca. Si capisce subito quanto sia saporito il pescato da queste parti ammirando i crostacei venduti al mercato de la Ribera, sono disposti sui banchi come tavolozze di colori. Perciò con grande fiducia i turisti si gettano sulle gustose tapas (che in basco si chiamano pinxots), offerte a tutte le ore nei locali tradizionali. Si tratta di assaggi fantasiosi di pesce, salse, formaggi e prosciutti su crostini di pane. Curiosamente, alla fine si paga mostrando il numero di stuzzicadenti al cameriere. E sapete come si selezionano i locali migliori? Sono quelli dove ci sono più cartacce per terra! Nelle taverne si gustano anche squisite bistecche di manzo con l’osso, il bacalao (merluzzo), servito in tutte le salse, ma sono ottimi anche i calamari (txipirones), i gamberoni (langostinos), le cozze (mejillones) e la granceola (txangurro), che si può assaggiare nei caserios, le piccole trattorie-chiosco.

Con questa panoramica abbiamo probabilmente solleticato tutti e cinque i vostri sensi. Pronti a partire?


Commenta o partecipa alla discussione
Nome (obbligatorio)

E-mail (non verrà pubblicata) (obbligatoria)

Sito Web (opzionale)

Copyright © Teknosurf.it, 2007-2024, P.IVA 01264890052
SoloTravel.it – Guida su viaggi e vacanze supplemento alla testata giornalistica Gratis.it, registrata presso il Tribunale di Milano n. 191 del 24/04/2009