Venezia, alcuni esempi di architettura contemporanea da visitare

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Venezia, città costruita tra terra e mare, non deve il suo fascino solo a questa sua peculiarità. La città è uno splendido esempio di come l’architettura si sia conservata nei secoli, tramandando alle nuove generazioni una lunghissima storia. Sulla mappa di ogni turista preparato non possono mancare la Basilica di San Marco, il Ponte dei Sospiri o il Fondaco dei Turchi. Non tutti sanno però che ci sono anche alcuni esempi di architettura moderna e contemporanea che meriterebbero una visita. La città è uno splendido esempio di come antico e nuovo possono vivere in armonia, arricchendone ulteriormente il fascino.

In occasione della Biennale del 2021, Blue Crow ha pubblicato la guida “Modern Venice Map”, un testo scritto da Marco Mulazzani ed Elisa Pegorin che guida i viaggiatori alla scoperta della Venezia moderna e contemporanea. Nel testo sono elencate alcune opere realizzate dal 1930 ad oggi, che testimoniano il rapporto della città con la sua storia, fatto di un continuo dialogo tra tradizione e innovazione.

Per chi ha già pianificato qualche giorno di vacanza per scoprire la città, vale la pena prendere in considerazione qualche visita al di fuori dei classici itinerari turistici e visitare queste nuove opere, alcune delle quali elenchiamo di seguito.

Ponte della Costituzione, Santiago Calatrava, 2008

Completata nel 2008, quest’opera è stata così denominata in onore del 60° anniversario della Costituzione Italiana. Si trova nei pressi della stazione ferroviaria e, per chi viaggia in treno, può essere facilmente raggiungibile. Si trova all’inizio del Canal Grande, il corso d’acqua che divide Venezia in due e sul quale affacciano i principali edifici storici della città, dal Fondaco dei Tedeschi al Casino di Venezia.

E’ stata progettata dall’architetto Santiago Calatrava, già famoso per aver disegnato i ponti spettacolari di Siviglia, Valencia e dell’autostrada A1 a Reggio Emilia.

Il progetto è iniziato nel 1999 e unisce una struttura in acciaio ad elementi in vetro, pietra d’Istria e bronzo.

L’aspetto contemporaneo salta subito all’occhio, differenziandosi dall’architettura circostante e dagli altri ponti della città. L’estetica volutamente semplice è frutto di un’ idea moderna ma allo stesso tempo rispettosa della storia. 

Di notte è illuminato da led che ne sottolineano la struttura ed è un’attrazione che merita di essere visitata.

Giardino delle Sculture, Carlo Scarpa, 1950-1952

Carlo Scarpa fu un architetto molto attivo a Venezia e uno dei primi ad integrare il moderno nell’architettura storica della città. La sua opera più famosa e distintiva è il giardino delle sculture, un padiglione all’aperto costruito per l’edizione del 1952 della Biennale. E’ un’opera costituita da pochi elementi: una copertura tagliata da linee circolari e tre pilastri come sostegno. Tuttavia, questi si integrano con gli esterni degli edifici preesistenti e sono un esempio tipico del suo linguaggio, rintracciabile anche in altre opere presenti in città. Tra queste ricordiamo il Padiglione del Venezuela, sempre alla Biennale, e il Negozio Olivetti, oggi museo, situato in Piazza San Marco.

Area Ex Junghans, Cino Zucchi, 2002

Un tempo utilizzata come quartiere ebraico, l’isola della Giudecca fa parte della laguna veneziana e si trova a sud dell’isola principale. Fino agli anni ‘70 ospitava l’azienda Junghans, una fabbrica prima di orologi e poi di esplosivi.

L’area, che comprendeva diversi edifici, una volta dismessa divenne di interesse cittadino. Così venne indetto un concorso di idee per il suo recupero, vinto dall’italiano Cino Zucchi. L’architetto disegnò il piano generale, affidando però ad altri studi il progetto dei singoli edifici.

Tuttavia, si occupò personalmente dell’edificio D, un’opera nuova in cui i classici elementi dell’architettura veneziana, come le cornici delle finestre, vengono ricomposti secondo un’estetica contemporanea. L’antica ciminiera è stata recuperata come testimonianza della storia del quartiere, e si integra perfettamente con i nuovi interventi. Grazie al lavoro di vari architetti, diversi stili e tipologie di edifici coesistono, riproponendo il tema della varietà tipica dell’architettura storica della città. 

Palazzo Grassi, Tadao Ando, 2006-2013

Palazzo Grassi è un antico edificio affacciato sul Canal Grande, sede del museo d’arte contemporanea della fondazione Pinault, che nel 2007 acquistò anche la Punta della Dogana. L’incarico per la trasformazione di questi due edifici fu affidato all’architetto giapponese Tadao Ando. Per il restauro e la trasformazione della Dogana il progettista ha disegnato degli spazi funzionali, inserendosi con rispetto nell’architettura interna dell’antica costruzione. I muri sono stati restaurati utilizzando mattoni originali di recupero e sono stati affiancati da nuovi muri in cemento, che si distinguono volutamente dall’impianto preesistente. Un’altro esempio di dialogo fra antico e contemporaneo che merita sicuramente una visita, anche per le importanti esposizioni che vengono ospitate.

Tadao Ando ha realizzato sempre per lo stesso committente anche il Teatrino di Palazzo Grassi, altro esempio dove gli esterni originali vengono preservati, mentre gli interni regalano ai visitatori un inaspettato impatto con cemento e tagli di luce

Fondaco dei Tedeschi, Rem Koolhaas, Ippolito Pestellini Laparelli, 2009-16 

Il Fondaco dei Tedeschi è un’altro edificio che si affaccia sul Canal Grande, risalente al XIII secolo e utilizzato in passato dai mercanti tedeschi come deposito per le merci. 

Dagli anni ’30 di proprietà delle Poste Italiane, è stato ceduto recentemente al gruppo Benetton che ha incaricato l’architetto Rem Koolhaas di progettarne il recupero e la conversione.  

Sia gli interni che gli esterni erano un tempo ricchi di affreschi, oggi purtroppo non più visibili poiché deteriorati dal tempo e dalle condizioni atmosferiche. Ma sulle colonne sono ancora visibili le incisioni dei mercanti, utilizzate per il deposito delle merci. Anche se l’edificio è stato convertito in un centro commerciale, conserva ancora l’organizzazione interna degli spazi così come altri elementi storici caratteristici del suo passato. Tuttavia, il progetto inserisce degli elementi innovativi, giocando con il colore rosso e l’atmosfera lussuosa e ricercata tipica di alcuni palazzi veneziani. Lo si può notare sia nella pavimentazione del piano terra, dove le pietre bianche e rosse della tradizione veneziana vengono ricomposte in un disegno nuovo, o nella scala mobile in legno, con gradini rossi. 

Vale la pena visitarlo tutto e salire fino all’ultimo piano, dove di solito si tengono eventi ed esposizioni. Da qui si può notare come parte della copertura è stata rimossa per ricavare una terrazza panoramica con una vista spettacolare sul Canal Grande.


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