Una visita a Scilla e Chianalea, tra i borghi più suggestivi della Calabria

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Scilla e la sua frazione Chianalea rientrano tra le scelte preferite dai reggini per festeggiare gli eventi più importanti della vita, tra cui matrimoni e battesimi. Il fatto non stupisce, vista la bellezza dei luoghi e dei paesaggi.

A Scilla paesaggio e mito si mescolano: questo “scoglio” della costa calabra fu cantato da Omero nell’Odissea come un mostro marino (Monstruum Scylaeum) che si opponeva a quello di Cariddi, in Sicilia, facendo delle acque di questo stretto le più pericolose del Mediterraneo. E ancora oggi l’espressione trovarsi tra Scilla e Cariddi sta a significare una situazione in cui incombono due gravi pericoli ed è difficile prendere una decisione.

Scilla è un antico borgo abbarbicato su uno sperone di roccia sovrastato dal castello medievale proprietà dei Ruffo di Calabria. I turisti sono spesso stupiti dal numero di chiese che si trovano in questo piccolo territorio: ben otto! La ragione di questo ingente patrimonio artistico sta nel fatto che in passato un quarto dei ricavati del commercio dei venturieri veniva devoluto alla costruzione e manutenzione di edifici sacri.

La baia di Scilla è sabbiosa. La Spiaggia delle sirene è ritenuta da molti la più bella: va da Marina Grande a Punta Paci. Anche per questa spiaggia la fantasia vola a un passato mitologico: sembra che proprio da questo lido le sirene ammaliassero con i loro canti i marinai sulle navi che solcavano le acque prospicienti, come avvenne per quella di Ulisse.

A Scilla nella stagione estiva si pesca il pesce spada con l’antica tecnica delle passerelle, pescherecci attrezzati con una torre di avvistamento e un lungo pontile sporgente per catturare il pesce, in quella che assomiglia molto a una caccia, una sfida tra uomo e pesce. L’attività della pesca con le spadare un tempo veniva tramandata al primogenito di ogni famiglia.


Il quartiere più suggestivo e antico di Scilla è Chianalea (qui sopra) dove le case dei pescatori sono lambite dal Terreno ed edificate tra gli scogli: infatti qui le abitazioni scendono a gradinate sul mare, con viuzze che finiscono nell’acqua come se fossero le calli di Venezia. I pescatori ormeggiano le barche sotto casa e qualcuno pesca addirittura dal balcone di casa. Forse il nome della frazione deriva dall’espressione “piano della galea”, il tipo di imbarcazione che veniva a riparare qui quando tiravano forti venti di scirocco che formavano temibili gorghi nello stretto. Alla fine del 700 invece da qui partivano alla volta di Venezia le feluche armate guidate dai venturieri di cui parlavamo sopra, che trasportavano il bombace (cioè il cotone) siciliano.

Nel mare di fronte a Scilla i fondali sono particolarmente interessanti: vi si trovano delle “montagne sommerse” coperte di gorgonie gialle, rosse e arancio e una foresta di alghe giganti. Un ambiente marino che piace moltissimo ai subacquei. E al largo, sulle barche dei pescatori, non è difficile avvistare qualche balenottera, capodoglio o aguglia imperiale.

A nord di Scilla, in direzione di Bagnara Calabra si trova la bella spiaggia di Favazzina, una rilassata occasione balneare che si alterna alle pareti rocciose. A sud di Scilla, invece, il litorale diventa più aspro, poi si ammorbidisce con le lunghe spiagge di Cannitello e Porticello, non lontano da Villa San Giovanni.


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