Setti Fatma e Tadrart: tappe imperdibili nelle montagne dell’Alto Atlante in Marocco

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Setti FatmaPer chi visita la splendida oasi di Marrakech le montagne dell’Alto Atlante sono a portata di mano e raggiungibili anche con un taxi, previa contrattazione sul prezzo. La strada è tutto un susseguirsi di tratti desertici alternati a piccole oasi con giardini protetti da mura dalle quali si intravvede una vegetazione lussureggiante. Ma poi si inizia a salire: in poco più di un’ora si arriva a Setti Fatma, luogo ideale per farne la base da cui partire per altre escursioni e in cui soggiornare in una pensione o un albergo. Il villaggio di Setti Fatma è costituito da una lunga via su cui si affacciano case, negozi, hotel e caffè-ristoranti lungo un fiume. Attraversando un ponte un po’ traballante si arriva in una zona verde dove è possibile risposarsi sotto gli alberi e bere un caffè o mangiare qualcosa al ristorante. Ma si può anche continuare la salita nella valle dell’Ourika, fino ad arrivare a una piccola cascata dopo una salita di circa mezz’ora. Per questa e altre escursioni nella zona meglio essere muniti di scarpe da trekking perché il terreno è spesso scivoloso, così come le rocce e i numerosissimi ponticelli da attraversare (li vedete nella foto).

Da Setti Fatma, munendosi di buone riserve d’acqua, protezione contro il sole e di scarpe comode, si può fare un’interessante escursione al villaggio berbero di Tadrart, su una strada quasi interamente sterrata perché spesso inondata dallo straripamento del vicino fiume. Il percorso (18 chilometri in tutto) diventa a un certo punto piuttosto ripido e per un paio d’ore continua in una zona molto arida (solo qualche scarno cespuglio qua e là), dove si incontrano ogni tanto uomini, donne o bambini a piedi o su muli usati per il trasporto di ogni genere di merce. I panorami sulle salite e le discese della valle diventano sempre più interessanti e nei pressi di ruscelli in cui scorre anche solo un filo d’acqua si scorgono fazzoletti di terra terrazzata coltivata a ortaggi e frutta. Finalmente, dopo l’ennesima curva, si giunge a Tadrart, che a prima vista sembra soltanto un ammasso di case di fango dal tetto piatto e inabitate. Ma appena entrati nel villaggio compare una piccola folla di gente, alcuni vestiti negli abiti tradizionali, altri più occidentalizzati. Inutile cercare di parlare francese con loro oppure di comunicare con un frasario in arabo. I bambini saranno molto contenti di ricevere delle biro in regalo, ma bisogna munirsi di un numero sufficiente per tutti per evitare zuffe tra i ragazzi o fastidiosi assalti ai propri zaini.

Dopo il ritorno e il pernottamento a Setti Fatma, la tappa più consigliabile è costituita da Essaouira, la perla del Marocco sul’Oceano Atlantico.


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