Itinerario archeologico in Sardegna: Tharros, la Giara di Gesturi, Barumini

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Anche quest’anno la Sardegna sarà una delle mete più ambite per le ferie degli italiani e noi abbiamo intenzione di dedicare parecchie pagine del nostro blog a consigli su come vivere al meglio le vacanze sulla splendida isola.

Diciamo subito che per chi vuole seguire l’itinerario di oggi sarebbe opportuno recarsi in Sardegna con l’auto. Del resto, prenotando con largo anticipo su portali specializzati è possibile scegliere tra tutti gli orari proposti e prenotare il traghetto per andare in Sardegna a prezzi davvero molto convenienti. Per il nostro itinerario si può partire da Cagliari, scegliendo la tratta Civitavecchia-Cagliari e poi risalire sulla costa orientale verso Oristano, oppure scendere da Porto Torres.

Queste dunque sono le tappe che vi consigliamo per una giornata all’insegna dell’archeologia, della storia e del contatto con una natura selvaggia.

Le rovine archeologiche di Tharros, una colonia fenicia straordinariamente suggestiva situata proprio sulla riva del mare. Questo antico insediamento sorge infatti all’estremità della penisola del Sinis, su una specie di anfiteatro naturale affacciato sul golfo di Oristano.

Tharros fu fondata dai fenici verso la fine dell’VIII secolo a.C. e fu abbandonata nel Medioevo per dare origine all’attuale Oristano. Secondo alcuni studiosi nell’area sacra del tofet avvenivano sacrifici di fanciulli, perché qui sono stati trovati molti resti di bambini. Un’ipotesi inquietante, anche se oggi si tende a pensare che si trattasse semplicemente di una zona funeraria dedicata ai più piccoli.

Muovendoci verso l’interno passiamo alla Giara di Gesturi, un altopiano dai bordi scoscesi famoso per due motivi. Il primo è la presenza di una ventina di nuraghi dell’età del bronzo con una forma molto tipica (a capanna, sa pinnetta in sardo), costituita da una base circolare in pietra e da una copertura di tronchi di leccio, frasche di cisto e lentisco. La seconda particolarità della zona è la presenza di cavalli allo stato brado, i famosi cavallini della Giara (nome latino: Equus caballus Jarae), abituati a scorrazzare liberi per l’altopiano.

I cavallini sono abbastanza difficili da avvicinare (specie durante la stagione degli amori e quando i puledrini sono appena nati), ma sono meravigliosi da ammirare. Non si tratta una specie autoctona: probabilmente furono importati dai fenici.

Poco più a sud della Giara di Gesturi si trova Barùmini, sul cui territorio sorge il villaggio nuragico di Su Nuraxi, in assoluto il complesso più importante e meglio conservato della civiltà nuragica, incluso nel patrimonio dell’umanità dall’UNESCO fin dal 1997.

Potremmo definirlo una città-fortezza di pietra che aveva la funzione sbarrare la strada ai nemici potevano passare dal mare e dalla pianura all’entroterra.

Il villaggio si sviluppava intorno a un nuraghe quadrilobato (cioè formato da un bastione di quattro torri angolari più una centrale). La torre più alta della cinta esiste ancora ed è alta quasi 15 metri. Intorno al nuraghe si trovano i resti di un villaggio risalente all’età del bronzo, che comprende un insieme apparentemente disordinato di strade, abitazioni (circolari o ellittiche), botteghe, una capanna delle assemblee e delle imponenti mura.

I visitatori restano immancabilmente a bocca aperta davanti a una storia stratificata lunga 2000 anni e iniziata probabilmente 1300 anni prima di Cristo. I massi che formano le mura, alte fino a 14 metri e spesse 3 metri, sono enormi e costituivano un simbolo evidentissimo di potere per tutta la regione della Marmilla (che in sardo significa “mammella” e prende il nome dalla forma tipica delle colline della zona, proprio come quella che vedete nella foto).


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