Ho Chi Minh (Saigon), la città più sfarzosa del Vietnam
Di Nicoletta A.Con i suoi 6 milioni di abitanti, Ho Chi Minh, tuttora più nota con il vecchio nome di Saigon è la città più grande del Vietnam, e anche la più dinamica e avanzata.
Ospita eleganti viali ed eleganti palazzi risalenti al periodo della dominazione francese. Ma due sono gli edifici emblema della città: la Basilica di Notre-Dame di Saigon, che fu edificata dai colonizzatori francesi nella seconda metà dell’800 e il grattacielo Bitexco Financial Tower, terminato nel 2010: con i suoi 265 metri d’altezza sovrasta la città e simboleggia la sua forza e il suo sfarzo.
E poi c’è un altro edificio che vale la pena di visitare: il Palazzo della Riunificazione, che negli anni 60 e 70 ospitò il governo del presidente Diem. E’ un curioso miscuglio di stili, in cui spiccano lo swing degli anni Sessanta e le cineserie – di scarso valore. Sul tetto si trova una terrazza per eventi all’aperto e una scritta che indica il punto in cui, nel 1975 si schiantò una spia vietcong in una missione suicida, senza provocare gravi danni al palazzo. Di lì a un mese un carrarmato avrebbe buttato giù le porte del palazzo segnando la fine della guerra del Vietnam.
Un’escursione caldamente raccomandata nei dintorni di Saigon è quella che porta al piccolo villaggio di Cu Chi, simbolo della resistenza vietcong durante la guerra del Vietnam: le guide mostrano ai turisti come la popolazione dei villaggi si nascondeva agli americani, infilandosi nei cunicoli di una rete infinita di tunnel passando da aperture piccolissime. Quando i soldati nemici entravano nei villaggi non trovavano nessuno e non riuscivano a darsene una spiegazione valida. In questi angusti tunnel la gente riusciva incredibilmente a vivere per varie giornate attendendo il segnale di via libera. Si possono anche vedere le trappole di bambù e di ferro che i vietnamiti posavano per gli odiati nemici. Non mancano le statue di guerrieri vietcong intenti ad attività “quotidiane” in periodo di guerra.
Un’altra gita interessante è quella verso Tay Ninh, culla della setta Cao Dai, fondata nel 1920 mescolando elementi di confucianesimo, taoismo, buddismo, islam e cattolicesimo. E’ interessante assistere a una cerimonia nella cattedrale a mezzogiorno e guardarsi intorno, cercando di riconoscere gli elementi delle varie religioni, mentre i monaci si prostrano e i musicisti di zither suonano una musica che ai nostri orecchi pare stonata e lamentosa. Un’esperienza bizzarra ma unica nel suo genere.
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