Erice, in Sicilia: un abbraccio divino

Di

In Sicilia, dovunque si lasci la costa e ci si addentri nell’entroterra si trovano tesori. Lontana dai rumori e dal frastuono che contraddistinguono la vita moderna, sicuramente poco propensa ai ritmi e alle attività delle vacanze in villaggi turistici in Sicilia, l’affascinante borgo medievale di Erice offre una soluzione alternativa, tra storia, leggende, castelli, strade lastricate, cortili, pasticcerie, panorami mozzafiato e un relax surreale.

Giunti a Erice sembra che la città sia stata costruita seguendo quel desiderio di Franco Battiato, che in una sua canzone diceva “E per un istante ritorna la voglia di vivere a un’altra velocità“; e in effetti qui il tempo sembra essersi fermato, mantenendo pressoché intatte le caratteristiche di borgo medievale che la rendono così unica e allo stesso tempo pittoresca; senza dubbio, una felicissima scelta per le proprie vacanze in Sicilia. E d’inverno la nebbia è benvenuta: la sua coltre ovattata avvolge all’improvviso i vicoli medievali e poi svanisce altrettanto rapidamente.

In realtà le origini di Erice sembrano intrecciare storia e leggende: le più accreditate la conducono agli esuli troiani che trovarono nella sua geografia un rifugio ideale per insediarsi; di lì, seguì il popolo degli Elimi.

Ma tante leggende e tanti racconti citano questo luogo così magico, quasi impenetrabile, come Virgilio che la cita nell’Eneide.

La storia invece ci racconta che fu persino tra le più importanti città del mondo antico, centro di grande rilevanza religiosa in quanto sede di celebrazione dei riti; a tal proposito, proprio la Venere Ericina, venerata dai Romani, assunse particolare importanza in quanto era la prima dea che somigliasse alla greca Afrodite, dea della bellezza. E così il nome di Erice, per il fatto di essere legato a un luogo su cui sorgeva un tempio dedicato a Venere, fu legato per secoli a un antico culto della fertilità.

Come avvenne per la maggior parte delle città siciliane, Erice subì l’importante dominazione araba, seguita da quella normanna, durante la quale acquisì il nome di Monte San Giuliano, che conserverà fino al 1934.

Gli splendidi edifici signorili che fanno capolino sulle strade principali sono l’orgoglioso frutto degli sforzi delle circa cento famiglie che resero la città fiorente, grazie alle rendite della vita contadina che venivano in gran parte reinvestiti nello sviluppo del centro.

Oggi i connotati del paese sono ovviamente cambiati per adeguarsi alle esigenze dei secoli, ma sono ancora straordinariamente percepibili i tratti originari, con le mura fenicie ancora integre in cui si aprono porte monumentali, la trecentesca chiesa Madre (o Matrice), il castello di Venere (foto in alto), un maniero del XII secolo eretto nel luogo in cui sorgeva il tempio di Venere. Seppur adibito oggi a ristorante e sala intrattenimenti, mantiene ancora dall’esterno la sua suggestione fiabesca, preceduto da un rigoglioso giardino molto ben curato.

Dal castello, che costituisce la punta della rupe del borgo di Erice, abbarbicato a circa 800 metri sul livello del mare, si gode anche di un panorama senza pari, su migliaia di antichissimi ulivi fino al golfo Trapani, le coste di San Vito Lo Capo e le Saline di Marsala.

La densità dei monumenti è molto alta: circa sessanta chiese, palazzi patrizi, monasteri, torri. Lo spettacolo è reso ancora più sorprendente dalla varietà delle architetture (arabe, normanne, gotiche, barocche, liberty), che stupiscono a ogni angolo del labirinto. Citiamo ancora la chiesa di San Giovanni Battista, del Trecento con la cupola tondeggiante e la chiesa di San Pietro (XIV secolo), dal sontuoso aspetto barocco.

Visitando Erice inoltre non si può tralasciare l’aspetto artigianale e gastronomico, con i dolci alle mandorle più buoni della Sicilia e assolutamente da degustare. Recentemente è stato persino realizzato a Erice il dolce di pasta di mandorla più lungo del mondo: 400 metri di delizie che partono dal giardino del Balio fino al Castello di Venere, con i colori della bandiera italiana.

Anche qui la tradizione si intreccia alla leggenda: il dolce infatti dovrebbe rappresentare la “Cintura di Venere”, che la dea sembra lasciò cadere su Erice ammantandola di amore, seduzione, desiderio.

Un percorso segnato dal gusto che accompagna alla “dolce” scoperta dell’incanto di una città circondata di divino.

Francesco


Commenta o partecipa alla discussione
Nome (obbligatorio)

E-mail (non verrà pubblicata) (obbligatoria)

Sito Web (opzionale)

Copyright © Teknosurf.it, 2007-2024, P.IVA 01264890052
SoloTravel.it – Guida su viaggi e vacanze supplemento alla testata giornalistica Gratis.it, registrata presso il Tribunale di Milano n. 191 del 24/04/2009