Che cosa vedere a Corinto, in Grecia

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CorintoSecondo la leggenda, la città greca di Corinto, chiamata da Omero Efyra, fu fondata da Sisifo, il personaggio della mitologia greca astuto e coraggioso al punto di sfidare gli dèi ed essere condannato a spingere un masso dalla base alla cima di un monte infinite volte. La città antica di Corinto si trova alle pendici del monte Acrocorinto, nella parte est del Peloponneso, non lontana dall’omonimo istmo. Grazie alla sua posizione favorevole, a circa 5 chilometri di distanza dal mare, fin dai tempi più antichi fu un importante centro di navigazione e di collegamento tra est e ovest, oltre che un luogo dove fioriva l’artigianato. Nel 51 d.C. l’apostolo Paolo proclamò il Vangelo a Corinto e agli abitanti di questa città scrisse ben due lettere incluse nel Nuovo Testamento, le epistole I e II Corinzi.

La Corinto moderna dista circa 8 chilometri dalla città antica, in direzione di Atene (a circa 85 chilometri di distanza dalla Capitale), sul litorale del Golfo di Corinto. Ma al visitatore appassionato di archeologia interesserà sicuramente di più il sito archeologico: da vedere sicuramente la fonte Pirene Krene e il santuario di Afrodite, abbastanza ben conservati. Estremamente interessante anche il Diolko, una strada lastricata costruita con grande maestria tecnica lungo l’istmo di Corinto, che serviva a far passare le navi dal Golfo di Corinto al Golfo Saronico e viceversa. Il passaggio era possibile perché il sentiero era coperto di tavole di legno unte con grasso su cui le navi venivano trainate per attraversare l’istmo, mentre le merci erano trasportate con animali da soma. Per il passaggio sul diolko, Corinto chiedeva il pagamento di un pedaggio, grazie al quale divenne una delle città più ricche della Grecia.

Il taglio del canale attraverso l’istmo venne concepita per primo da Periandro, uno dei sette Savi della Grecia nel VII secolo a.C., ma non realizzato per timore della vendetta degli dèi. La realizzazione del canale di Corinto fu completata nel 1893. In questo modo, non veniva soltanto abbreviato il tragitto dall’Egeo allo Ionio, ma si evitavano anche tutti i pericoli connessi al periplo del Peloponneso e alla navigazione vicino a Capo Maleas.


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