In Bretagna, tra fari, scogliere e maree
Di Nicoletta A.
Con un po’ di fortuna meteorologica, anche la fine di settembre può essere un mese adatto per visitare la Bretagna, la regione situata sull’estremità nordoccidentale della Francia. I voli last minute per Parigi non mancano certo, specialmente se si sceglie un aeroporto secondario e si opta per un’agenzia come Opodo. E poi si affitta un’auto e si punta dritti verso nordovest.
Punto di partenza ideale è la bella città di Saint-Malo, quasi interamente riedificata nello stile medievale originale dopo le distruzioni derivanti dal secondo conflitto mondiale. Passeggiare sui bastioni delle mura al crepuscolo è un’esperienza indimenticabile; così come lo è vedere la forza della marea che sale a vista d’occhio. Quando invece le acque dell’oceano scendono, si può attraversare il canale che conduce all’Ile du Grand Bé, luogo di sepoltura del grande poeta Chateaubriand.
L’entroterra bretone è ricco di attrattive storiche e culturali, ma non si può esimersi dal dedicare qualche giorno all’esplorazione della costa bretone: essendo le correnti dell’Oceano in questo punto di imbocco della Manica molto pericolose, su essa sono stati costruiti nel tempo numerosissimi fari. E così si può percorrere la romantica strada costiera che va da Brest a Brigognal e ammirare una trentina di lanterne (alcune in mare aperto, altre sulla costa) e quasi novanta torri di avvistamento in soli 86 chilometri di percorso. Quali sono i fari più belli?
* Il faro di Pointe Saint Mathieu: ha alle spalle le vestigia di un’abbazia romanica del XII secolo in cui, secondo la leggenda, fu murato il cranio di San Matteo. Il faro è visitabile e dall’alto dei suoi 163 gradini si intravvedono altri due fari: quello di Kermovan e quello di Pierres Noires (nella foto) nel Chenal du Four, costruito con pietre nere come dice il suo nome.
* L’isola di Ouessant è raggiungibile dal porto di Le Conquet non lontano da Pointe Saint Mathieu. L’isola è percorribile in bicicletta e possiede più di un faro. Quello di Le Stiff ha l’aspetto di una torretta medievale e fu progettato niente meno che dal Vauban, l’ingegnere preferito del Re Sole. Anche il resto dell’isola è straordinariamente pittoresco, tra cottage recintati con muretti a secco, mulini in legno e cimiteri con croci di cera. Oltre la scenografica spiaggia di Yusin si vede all’orizzonte il faro di Le Creac’h: una torre a strisce bianche e nere risalente alla seconda metà dell’800. Per un lungo periodo fu il faro più luminoso d’Europa. Contiene un interessante Museo dei fari e delle boe e la ricostruzione di una tipica casa da guardiano. Il faro di Nividic è situato su una roccia al largo dell’isola: vi si arrivava un tempo con la teleferica. L’ultima lanterna dell’isola che vale almeno una fotografia da lontano si chiama La Jument, è anch’essa offshore e ha purtroppo testimoniato una lunga serie di tragedie del mare.
* Altri mirabili fari sparsi lungo la costa sono la lanterna di Trézien, il faro dell’Ile Vierge (con i suoi 82 metri è il più alto d’Europa e ha la particolarità di essere rivestito all’interno da mosaici di opalina) e il faro di Bodic a Lézardrieux, che pare un razzo su una rampa di lancio.
Restando in tema di mare estremo, ricordiamo che la costa della Bretagna è una vera e propria mecca per gli appassionati di vela, soprattutto nella zona del Golfo di Morbihan e nelle acqua al largo del Finistère, oltre che partendo dai porti di molte delle isole. Oltre alle piccole imbarcazioni a vela e ai catamarani, si possono anche noleggiare tavole da surf o da kite surf.
Per gli amanti delle passeggiate, il tratto di costa più suggestivo è quello che collega Pointe du Raz e Pointe du Van: uno splendido sentiero panoramico con scogliere a picco sul mare punteggiate da erica e ginestre. Tutto un pomeriggio può andare così.
La sera, un tuffo nei sapori di Bretagna, tra squisite galettes (crepes salate a base di grano saraceno, piegate come una busta), servite con quello che è forse il miglior burro salato del mondo e annaffiate da un buon sidro. Ma anche ostriche, cozze e aragosta qui sono di primissima qualità. Nei locali bretoni si ascolta anche musica celtica, una gradevole mix dei suoni tradizionali di arpa, flauto e cornamusa con strumenti più moderni.
C’è anche chi sceglie la Bretagna per fare talassoterapia: soggiorni alla ricerca della forma fisica e per contrastare l’invecchiamento in cui acqua, sole, alghe marine, vento e clima concorrono insieme al benessere e alla rigenerazione del corpo. Ma all’argomento dovremo dedicare un post a parte.


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