Alicudi e Filicudi: le più selvagge delle isole Eolie

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Oggi molliamo gli ormeggi alla volta di Alicudi e Filicudi, le più spartane delle Eolie, quelle dove la natura è stata meno toccata dalla mano dell’uomo. Luoghi dove regnano il silenzio e il ritmo lento. Acque cristalline dai fondali ricchissimi di flora e di fauna.

Alicudi (nella foto a sinistra) è l’isola dell’arcipelago situata più a ovest, d’inverno vi abitano appena 100 persone. Sull’isola domina il monte Filo dell’Arpa, un vulcano spento, di forma conica quasi perfetta, che si erge fino a circa 680 metri sul livello del mare.

Soltanto la parte est dell’isola è abitata: qui si trova l’unico paesino, chiamato anch’esso Alicudi, suddiviso in cinque minuscole frazioni: Alicudi Porto, Contrada Tonna, San Bartolo (dove si trova la chiesa dell’isola), Contrada Pianicello (enclave di una popolazione di lingua tedesca originaria della Svizzera) e Contrada Sgurbio.

Ad Alicudi il tempo sembra proprio essersi fermato, qui ci si muove solo a piedi su e giù per mulattiere e scalinate, o al limite a dorso d’asino o di mulo; ci sono solo due negozi di generi alimentari e un ufficio delle Poste (attenzione: non troverete né banca né sportello bancomat!). Ma niente paura, nelle emergenze il piazzale del paesino diventa un eliporto. Anche il mare si raggiunge soltanto passando su scogli o spiaggette sassose (non dimenticate le scarpette di plastica!). Ma, se la temperatura lo permette, è anche interessante risalire le mulattiere e godersi la ricca flora dell’isola (ulivi, agavi, fichi d’India, capperi, bouganville, eriche e – salendo ancora – felci, castagni e tigli).

Se volete soggiornare ad Alicudi, magari in una delle splendide case in stile eoliano con stanze cubiche, terrazze a loggia e ombreggiate, tenete presente che è necessario prenotare con largo anticipo, specialmente per il mese di agosto. Anche per le gite in barca intorno all’isola o per assistere a una battuta di pesca con i pescatori locali bisogna farsi vivi in tempo.

Alicudi si raggiunge da Palermo in aliscafo oppure da Lipari via Filicudi mediante aliscafo o traghetto.

Filicudi (qui a destra) è situata subito a est di Alicudi; è leggermente più estesa di quest’ultima e possiede il doppio degli abitanti. Due sono gli approdi sull’isola: Filicudi Porto e Pecorini Mare. Le altre frazioni si chiamano Valdichiesa, Pecorini Monte, Canale, Rocca di Ciavoli e Stimpagnato. Anche su quest’isola domina un vulcano spento: il monte Fossa Felci, alto ben 774 metri. Qui c’è una sola strada asfaltata, per il resto è tutta una trama di mulattiere che si snodano tra ruderi e case meravigliose dipinte di colori pastello e immerse nella macchia mediterranea.

Che cosa non perdere a Filicudi?
* ‘Il Giafante’, uno scoglio basaltico di origine vulcanica a forma di elefante situato nella parte nord dell’isola.
* Le vestigia del villaggio neolitico sul promontorio di Capo Graziano, che testimoniano di una fiorente industria e lavorazione dell’ossidiana intorno al 3000 a.C. In cima al promontorio di Capo Graziano si trova anche un’ara sacrificale.
* La splendida Grotta del Bue Marino, un antro ampio e profondo dove fino a qualche decennio fa viveva la foca monaca.
* La salita al monte Fossa delle Felci, da cui si può godere un magnifico panorama sul tutte le Eolie. Ma, poiché il percorso non è segnato, meglio farsi accompagnare da una guida.
* La sezione del Museo Archeologico Eoliano in località Porto, in cui si trovano reperti derivanti dagli scavi di Capo Graziano e da altre zone dell’arcipelago delle Eolie.
* Infine, il tramonto a Stimpagnato, da dove si vedono il faraglione ‘La Canna’ e l’isola di Alicudi in lontananza. Un paesaggio tanto bello da togliere il respiro.

Come si arriva a Filicudi se non si possiede una propria barca a vela? Mediante un servizio di trasporto marittimo con aliscafo, nave o catamarano da Milazzo, Napoli o Palermo (su questa pagina tutti i dettagli).


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