Sukhothai: l’antica capitale della Thailandia

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SukhothaiSe, dopo aver visitato Bangkok, vi venisse il desiderio irrefrenabile di fuggire dalla metropoli per rifugiarvi in un luogo altrettanto denso di storia e civiltà locale, l’antica capitale Sukhothai è ciò che fa per voi.

Situata a quasi 450 km da Bangkok (vi si arriva noleggiando un’auto, in autobus o in treno più autobus, il viaggio non è breve, ma ne vale sicuramente la pena), conserva tutto il fascino e l’atmosfera del maestoso regno di cui porta il nome, che, non a caso, fu il momento d’oro della civiltà thai e, non a caso, letteralmente significa “sorgere della felicità”.

La città vecchia (meuang kào), trasformata in un parco storico considerato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, si estende su una superficie di 45 kmq e vanta 21 siti archeologici e quattro grandi stagni. Le rovine principali sono all’interno delle mura e si possono esplorare in bicicletta (facilmente noleggiabile all’ingresso del parco).

Totalmente immersa nella natura – ecco perché era importante citare gli stagni – Sukhothai non è solo un’esperienza culturale, è molto di più. Dimenticate le code, la folla di turisti al Palazzo Reale di Bangkok, dimenticate il traffico, dimenticate anche la guida, abbandonatevi alle sensazioni che questo luogo riesce a suscitare: il silenzio, i colori, i profumi, vi sembrerà davvero di tornare indietro nel tempo e riuscirete a immaginare la costruzione dei templi dedicati a Buddha, la vita di allora.

In realtà, nel pieno rispetto della popolazione, coloro che vivevano all’interno delle rovine prima che fossero dichiarate Patrimonio dell’Umanità, vi vivono tuttora. Sarà difficile accorgersene seguendo i percorsi più brevi che portano da un tempio all’altro, ma, vagabondando tra le piante, potrete scorgere delle casette di legno con dei panni stesi. Se siete fortunati, conoscendo qualche autoctono, potreste anche godere del panorama al tramonto, quando il parco è chiuso al pubblico.

DSC02221-1024x681Durante il Loi Krathong Festival, che cade il primo giorno di luna piena del dodicesimo mese lunare, in genere a novembre, gli stagni di Sukhothai – e, ancora una volta, il riferimento non è casuale – si riempiono di centinaia di lanterne fluttuanti (loi significa galleggiare) all’interno di coppe di foglie di banano (krathong), cui ognuno affida un desiderio secondo la tradizione; tutti si ritrovano nel parco per festeggiare con musica, danze e fuochi d’artificio.

Pensate che ne valga la pena o no?


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