Vrsar: una meta molto appetibile nell’Istria

Di

Vrsar Orsera

Vrsar è il nome croato di quella che in italiano si chiamerebbe Orsera, la cittadina dell’Istria baciata dal sole su cui dalla seconda metà del Duecento e per più di cinque secoli ha governato Venezia. Di Vrsar si innamorarono Giacomo Casanova, che venne qui un paio di volte, e gli architetti veneziani. Che infatti trovavano la pietra d’Istria, bianca e resistente alla salsedine, assolutamente perfetta per i palazzi della Serenissima, molti dei quali sono ancora oggi perfettamente conservati. Splendidi soprattutto quelli sulle alture, che danno un’ottima vista sulla baia, dove il mare ha un colore blu intenso ed è punteggiato da una miriade di isole. Altra vista spettacolare si gode sul Limski Kanal, una sorta di fiordo lungo ben undici kilometri, trasformato in riserva marina, da cui provengono le squisite ostriche consumabili in quasi ogni ristorante.

Luogo di romanticismo e di relax, perfetta per una vacanza estiva, Vrsar è nota nel mondo per le sue spiagge e le coste frastagliate e, come abbiamo detto, è attorniata da varie isolette facilmente raggiungibili anche con piccole imbarcazioni.

Ma anche la città in sé è interessante: passeggiando per le vie di Vrsar, scopriamo la bella basilica romanica di Santa Maria del Mare, e il Parco delle sculture, un’esposizione en plein air dedicata a Dzamonja, uno scultore croato di una certa fama.

Anche nell’immediato entroterra di Orsera ci sono alcuni piccoli gioielli da scoprire: la grotta di San Romualdo, dove si racconta che visse, all’inizio dell’XI secolo, il santo fondatore dell’ordine dei Camaldolesi. E poi il villaggio di Klostar, con i resti del monastero benedettino di San Michele. E infine il paesino di Jural, con la chiesa di Santa Margherita, risalente al ‘600.

L’eredità veneziana da queste parti si sente anche a tavola, con una cucina prevalentemente basata su pesce, crostacei e frutti di mare. Chi viene in vacanza da queste parti deve assolutamente provare le capesante con spezie e formaggio, i crostacei in brodetto e le cozze alla busara. E poi il pesce cotto secondo il metodo tradizionale, sotto la peka, una campana di terracotta o metallo che viene poi ricoperta di brace. Ma non bisogna fermarsi al buon mangiare: bisogna anche provare il buon bere, per esempio lo chardonnay istriano o la malvasia.


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