Akwaaba! – Benvenuti nel Ghana
Di EleonoraLa parola sconosciuta che trovate nel titolo è quello che vi sentirete dire quando atterrerete all’aeroporto internazionale di Accra, la capitale del Ghana. È una parola della lingua Twi (la più usata per le attività quotidiane) che significa appunto “Benvenuti”. Ci troviamo nel paese da molti definito come la Porta d’Africa – una nazione ospitale, culturalmente diversificata e con un’economia in rapida crescita.
Non appena fuori dall’aeroporto ci si sente trascinati nel frenetico vortice urbano della capitale: venditori ambulanti che trasportano le loro merci in grandi contenitori metallici, richiamano l’attenzione dei conducenti dei veicoli. Gli autisti degli autobus da trasporto chiamati “trotro” urlano il nome della destinazione in una competizione per trovare clienti, con gesti eloquenti per attirare l’attenzione dei potenziali passeggeri. Caldo, rumore, movimento, colore e dinamismo sono caratteristiche comuni a tutte le principali città africane, ma tre caratteristiche fanno di Accra un luogo unico nel suo genere: la storia degli schiavi, la cultura della spiaggia e la cucina.
Per quasi 150 anni, il Ghana fu il centro della tratta degli schiavi britannici. Conosciuta a quei tempi come la Gold Coast, fu occupata sia dai portoghesi che dagli inglesi, e le vestigia di quel periodo oscuro rimangono nelle decine di fortezze e castelli costruiti dagli europei tra il 1482 e il 1786, come il castello di Christiansborg e il James Fort, che sono ora sono musei e attrattive turistiche. Il primo a dire il vero è anche il luogo di sepoltura del defunto presidente John Atta Mills, nonché una splendida riserva ornitologica affacciata sull’Atlantico.
Accra è anche una città costiera con molte spiagge a disposizione di locali e turisti e una cultura balneare in piena espansione. Cosa c’è di meglio che starsene seduti in riva all’oceano, ascoltando le onde che si infrangono contro la battigia, con la sabbia grezza tra le dita dei piedi e delle mani. È il luogo ideale per il relax e la comunione con la natura. E poi, quando cala la sera, si può passeggiare tra le strade ascoltando i ritmi delle danze popolari, le serate reggae e i dj set che continuano fino alle ore piccole.
E poi c’è il cibo, parte essenziale di ogni occasione speciale nel Paese. Tra i cibi più popolari ci sono il kenkey (una sorta di gnocco lievitato a base di mais) il waakye (riso cotto con fagioli), il riso jollof (un piatto unico arricchito da pollo, verdure e spezie), il banku (a base di pasta di mais e di manioca, molte verdure verdi) e infine un’infinita varietà di zuppe, le più famose delle quali sono quelle a base di noce di palma e la zuppa di gombo (o ocra).
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