Preziose memorie e consigli tratti dal mio viaggio in Myanmar
Di Nicoletta A.
Prima di decidere di partire per un viaggio in Myanmar, il paese asiatico tuttora più noto come Birmania, ho dovuto rifletterci a lungo. Un paese così devastato dalla dittatura, dove non c’è libertà di parola, di pensiero, di espressione, dove sono riusciti a sparare a sangue freddo su inermi monaci buddisti! E’ davvero un posto dove voglio andare? La risposta alla fine è stata ovviamente sì! La dittatura c’è, e si vede, ma ci sono anche le persone. E sono dolcissime, generose e ospitali, con tantissima voglia di parlare e di farti conoscere tutte le meraviglie che possiede la loro terra.
La dote principale che occorre per viaggiare in Myanmar è la fiducia! Le compagnie aeree interne non sono IATA, nessuno ti certifica quindi dal punto di vista della sicurezza; si può prenotare il volo online, ma non pagarlo! Per ricevere i biglietti dovete mettervi d’accordo con una signorina che vi accoglierà all’aeroporto di Rangoon: qui effettuerete la transazione personalmente, come si faceva nella notte dei tempi!
Nel paese sono rarissimi i cambiavalute ufficiali: la cosa migliore è effettuare il cambio di denaro con un negoziante o un operatore turistico o in un hotel. Ma non tutti fanno lo stesso tasso di cambio: bisogna fidarsi di chi si hi davanti e sperare di aver fatto le giuste ricerche prima di partire.
Non sono accettate carte di credito, neanche nei grandi hotel; a dire il vero, prima alcuni vi diranno di sì, ma poi scoprirete che non è vero. Forse in un paio di hotel su tutto il paese c’è la speranza di riuscire effettivamente a pagare con questo mezzo, ma la commissione sarà talmente alta che sarebbe stato conveniente dormirvi una notte in più pagando in contanti. Morale: quando si va in Myanmar non si può essere certi di aver fatto bene i conti prima di partire.
In molte zone del Myanmar si gira in bicicletta, e questa è sicuramente la maniera più pratica per visitare il paese con i propri tempi. Quando fate acquisti, non potete portarvi via quello che avete comprato: sarà il negoziante a farvelo recapitare direttamente in hotel, e voi vi dovete fidare! Io sono cresciuta a Napoli, da ragazzina compravo le cose al mercato della Duchesca – non è proprio il posto dove ti insegnano a credere ciecamente nel prossimo. Per me è stato difficile pensare che mi avrebbero consegnato tutto in albergo dopo aver pagato la merce; ed invece è sempre arrivato tutto all’orario concordato – e perfettamente impacchettato per il viaggio!
C’è molto da imparare da questa gente: a loro manca tutta la malizia di cui siamo pieni nel mondo occidentale, sono buoni di cuore, a livelli difficili da spiegare se non lo si è sperimentato di persona.
Personalmente ritengo che l’unica arma che noi abbiamo per contrastare la dittatura birmana è parlare di questo popolo, andare nel Myanmar, innamorarsi dei tramonti sul Lago Inle o delle albe a Bagan! Non abbiate paura di partire: tornerete innamorati di questa terra e con una profonda pace nel cuore.
Per altre informazioni tecniche sul viaggio, potete consultare il mio sito.
Francesca Di Pietro



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