Decani e Sopocani: i monasteri più belli della Serbia

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Decani Monastero SerbiaLa Serbia è un paese ancora tutto da scoprire da parte del turismo italiano. Abbiamo già parlato volentieri di Belgrado, Novi Sad e del bellissimo monastero di Studenica. Oggi è la volta di altri due monasteri, entrambi patrimonio UNESCO. Il primo, che vedete qui a sinistra è il Manastir Visoki Decani, situato per la precisione nel Kosovo occidentale, una dozzina di chilometri a sud della città di Pe?. Questa chiesa monastica è la basilica più grandi di tutti i Balcani occidentali. Al suo interno sono conservate le spoglie del re serbo Stefano De?anski che nel 1327 la commissionò. Gli affreschi dell’interno, che raffigurano oltre 1000 personaggi, sono di impronta bizantina e raffigurano praticamente l’intera iconografia di questa tradizione. Questo edificio in stile gotico-romanico a 5 navate sorprende per le sue dimensioni e per il fatto di presentare sia elementi orientali che occidentali. Tra questi ultimi vi sono la struttura verticale delle masse architettoniche, la volta a crociera, le vetrate gotiche alte e strette e i ricchi elementi scultorei decorativi con figure umane, animali di fantasia e ornamenti fitomorfi. Suggestivo anche il pavimento in marmo, conservatosi fino a oggi e le iconostasi, dove si trovano le cinque più grandi icone del medioevo serbo.

Sopocani UnescoIl secondo luogo dove vi portiamo è il Manastir Sopocani, uno dei pochissimi monumenti che rimangono dell’antica capitale del regno di Serbia. Fu fatto costruire verso il 1260 dal re Uros I; in stile romanico, ha una sola navata terminante con un’abside, preceduto da un nartece affiancato da due cappelle. Il nartece e la il campanile furono aggiunti nella prima metà del Trecento. All’interno si possono ammirare vari importanti affreschi, tra cui uno dei più grandi di epoca medievale, quello che raffigura la morte di Maria (1265). In esso il pittore è riuscito a raggiungere un perfetto equilibrio della composizione. Se si pensa che risalgono a un periodo anteriore a Cimabue, si capisce come in quel secolo fosse nell’aria l’evoluzione dell’arte di matrice bizantina verso una maggiore resa dei volumi.


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