La riserva di Scandola, le calanche di Piana e il golfo di Girolata: patrimonio UNESCO in Corsica

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La strada che porta da Calvi ad Ajaccio è sicuramente una delle più scenografiche di tutta la Corsica, anche se estremamente stretta e tortuosa, a tratti senza protezioni verso l’esterno (per questo motivo molti preferiscono impostare il giro della Corsica in senso orario). Il tratto roccioso lungo la costa centro orientale della Corsica è un prolungamento della zona montuosa più interna, che culmina con il monte Cinto alto 2700 metri.

La strada costeggia il litorale occidentale, minuziosamente frastagliato tra rocce modellate in forme bizzarre dalla forza del maestrale, falesie granitiche, scogliere rosse a picco su un mare color cobalto. Il primo tratto della strada passa per il golfo di Porto (Portu in còrso) e per Piana. Porto è un piccolo villaggio che dagli anni 50 si è sviluppato come centro balneare, un ottimo punto di partenza per le escursioni tra i sentieri delle Calanche di Piana (in francese, Calanques de Piana), il golfo di Girolata e la Riserva naturale di Scandola, che insieme costituiscono un patrimonio dell’umanità tutelato dall’UNESCO.

La Riserva marina suddetta comprende il Golfo di Girolata e il Golfo di Porto, separati tra loro dalle propaggini del Monte Cinto e dalla penisola della Girolata. In tutto 919 ettari di scogliere e ripide coste e altrettanti di acque profonde e cristalline. Un’area di natura incontaminata, in cui vivono numerose specie animali da tutelare, tra cui uccelli marini come gabbiani, cormorani, l’ormai rarissima aquila di mare, l’avvoltoio barbuto, il falco pescatore che si tuffa nelle praterie di posidonia oceanica, il falco pellegrino e il gabbiano corallino. Nelle acque, una ricca fauna sottomarina presenta una varietà di specie difficilmente ritrovabile in altri luoghi – per citarne una tra tutte, la foca monaca.

La costa è ripida e rocciosa, quasi impossibile da percorrere a piedi: l’unico modo per visitare l’area è un’escursione in barca, partendo dal porticciolo di Porto. Del resto, l’inaccessibilità dell’area ha consentito a questi luoghi di rimanere quasi totalmente isolati dagli insediamenti umani. Gran parte della penisola rocciosa della Girolata è coperta da boschi incontaminati e da vaste zone di maquis, la macchia mediterranea, mentre fitti boschi di eucalipto delimitano le spiagge di sabbia chiara. In fondo all’ansa di Girolata, il paesino offre a chi approda soltanto un pontile e un paio di baretti con camere spartane, ma eccezionali per la tranquillità. Se non in barca, Girolata è raggiungibile solo a piedi con una ripida discesa di due ore dal Col de la Croix, a cui si giunge con la strada principale di cui parlavamo sopra, la D81.

La sponda sud del golfo di Porto, ai piedi della Calanche, nasconde invece tra le rocce una serie di tornanti in discesa da fare accapponare la pelle che portano alla ghiaiosa spiaggia di Ficajola, circondata da pareti di porfido rossastro e bagnata da un mare limpidissimo. Nonostante l’acqua fredda, un bagno qui sarà memorabile. Le casette del villaggio sono anche singolari: paiono schiacciate dall’enormità della costa sovrastante.

Altre interessanti mete di una gita in barca sono la punta di Guardiola e Capo Rosso, dopo il quale la costa torna a scendere verso sud, in direzione di Piana, Cargèse (una stazione balneare nota per le sue spiagge incluse nei golfi di Pero e di Chiuni) e del golfo di Sagone, non troppo lontano da Ajaccio. Che sarà la nostra prossima mèta: continuate a seguirci.


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