Monferrato patrimonio UNESCO: itinerario nella Valtiglione

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Castelnuovo_CalceaTiglione è il nome di un torrente della provincia di Asti, un affluente del Tanaro che percorre un territorio nel Monferrato chiamato Valle Tiglione o Valtiglione. Siamo nel cuore Monferrato, ora patrimonio UNESCO, non lontani da Nizza Monferrato, in una zona in cui si coltiva prevalentemente il vitigno Barbera. Bellissime colline, verdissime e curate, ricche di zone boschive in cui d’autunno si trovano squisiti tartufi bianchi. Vi proponiamo un interessante itinerario nei principali comuni della zona, che fa parte dell’area allargata di quello che è così importante da essere considerato Patrimonio dell’Umanità.

Partiamo da Agliano Terme, in splendida posizione panoramica, con una lunga storia testimoniata da chiese ed edifici del XVI e XVII secolo e rinomate sorgenti termali di acqua salso-magnesica.

Proseguiamo con Castelnuovo Calcea (nella foto), famoso per aver dato i natali al poeta Angelo Brofferio. Bello il centro storico con varie chiese e i ruderi di un castello (il portale d’ingresso e la torre di avvistamento).

Tocchiamo poi Mombercelli, la cui fondazione risale addirittura all’epoca longobarda (X secolo). Da vedere la chiesa parrocchiale di San Biagio e l’antico castello, diroccato ma suggestivo con gli imponenti muraglioni di sostegno e contenimento a una rocca fortificata. Da non perdere, la Giornata del Tartufo, ogni anno la terza domenica di ottobre.

Prossimo comune da visitare sarà Vinchio, patria dello scrittore, giornalista e politico Davide Lajolo e famoso per la produzione di asparagi ‘saraceni’ e cardi – oltre che vini e tartufi.

Vigneti a perdita d’occhio anche a Vaglio Serra, uno dei quattro comuni in cui si trova la ‘Riserva naturale speciale della Val Sarmassa’, il cui nome deriva dal popolo dei Sarmati, che lo abitò nell’antichità.

Una tappa a Belveglio, il cui inquietante nome nel medioevo era Malamorte. Da vedere il Castello (costruito tra l’XI e il XII secolo), un bel maniero in forme neogotiche, con bifore, merlature e stemmi. E la Chiesa di San Giorgio, una confraternita della fine del XVI secolo.

Poi ritorniamo sui nostri passi e passiamo prima a Montaldo Scarampi (così chiamato per la posizione rilevata e dal nome della famiglia di banchieri che lo abitarono). Salendo sulla sommità del colle e percorrendo la ripida stradina che anticamente portava al castello, si gode di una stupenda vista panoramiche che spazia dagli Appennini Liguri alla cerchia delle Alpi, fino al Monterosa.

Scendiamo infine a Rocca d’Arazzo, domina la valle del Tanaro e ha una lunga storia di piazza fortificata cinquecentesca, di cui restano due estesi tratti. Da vedere la bella chiesa di Santo Stefano e Santa Libera, piccolo gioiello di architettura romanica. Per i buongustai, da non perdere la Sagra dell’agnolotto, in frazione Santa Caterina la prima domenica di agosto.


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