Siviglia: una storia ricchissima e uno sguardo al futuro

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Siviglia Real Alcázar

Siviglia (in spagnolo Sevilla) è la capitale dell’Andalusia e rappresenta perfettamente la Spagna in quanto terra di scambi e incroci provenienti da culture diverse ma sapientemente rielaborati e riadattati. Questo è vero nell’arte, nella cultura e nella cucina spagnola. Anche Siviglia è stata parte importante di questo laboratorio sperimentale con risultati sorprendenti.

Siviglia è stata iscritta nel 1987 tra i patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Soprattutto per gli edifici che formano un imponente complesso nel cuore della città. Partiamo dalla Cattedrale – in cui tra l’altro è sepolto Cristoforo Colombo – uno dei più importanti edifici sacri in stile gotico e la terza chiesa della cristianità per grandezza. Le sue cappelle contengono importanti dipinti di Murillo, Velazquez e Zurbarán. All’interno e all’esterno della cattedrale sono riconoscibili stili molto diversi nelle diverse sezioni: dal mudéjar (lo stile cristiano che incorpora elementi di ispirazione araba) al gotico al rinascimentale fino allo stile barocco. Il campanile della cattedrale, riccamente decorato, si chiama La Giralda ed è il vero emblema della città di Siviglia. In realtà la Giralda altro non è che il minareto della Grande Moschea costruita dagli arabi alla conquista di Siviglia e in seguito andata distrutta. Al tempo della sua costruzione, l’odierna torre campanaria era considerata l’edificio più alto del mondo.

Non meno famoso e celebrato l’imponente palazzo fortificato, il Real Alcázar (nella foto) famoso per gli splendidi giardini con ingegnosi giochi d’acqua, risalente anch’esso alla presenza araba. Nel XIII secolo il palazzo divenne la residenza dei re e nei secoli successivi fu ampliato in stile mudéjar, così ora in esso si fondono influssi gotici con elementi prettamente islamici, come archi moreschi, soffitti a stalattiti, decorazioni a stucco e maioliche. Nell’Alcázar è particolarmente importante il Salone dell’Ammiraglio, dove furono preparate le spedizioni oltreoceano che cambiarono il corso della storia. L’Archivo General de Indias, edificio in stile rinascimentale che si affaccia su Plaza del Triunfo, conserva proprio alcuni tra i più importanti documenti sulla storia della scoperta e della conquista dell’America del Sud.

Fin qui la Siviglia del passato, ma bisogna dire che, come Bilbao, Barcellona, Madrid, Valencia e Santiago da Compostela, anche Siviglia ha voluto partecipare a quell’ideale concorso indetto in Spagna su quale città avrebbe compiuto il progetto architettonico moderno più spettacolare e ardito. I migliori architetti del mondo (Santiago Calatrava, Frank Gehri, Richard Rogers) si stanno tuttora sfidando in una gara di creatività senza precedenti. Così anche Siviglia ha saputo inserire elementi ultramoderni in una struttura urbanistica ricchissima di storia senza peraltro snaturare il carattere della città, che ogni anno si anima nella Semana Santa. L’occasione per la svolta è stata l’Expo del 1992, che ha lasciato dei segni notevoli: il ponte Alamillo di Santiago Calatrava, simile a un’arpa sospesa e la stazione ferroviaria di Santa Justa, opera di Cruz e Ortiz, una riuscitissima rielaborazione delle struttura a volte vittoriane.

Ma l’opera più audace dei grandi progetti di Siviglia è la fantasmagoria architettonica opera di Jürgen Mayer chiamata Metropol Parasol che sorge sulla Plaza de la Encarnación, nella città vecchia. Una serie di tettoie ondulate, a forma di ameba, che si levano sopra la piazza a quasi trenta metri d’altezza, sorrette da sei massicci pilastri circolari, venati come la corteccia di un vecchio albero. Il Parasol consente alla vita di strada di svolgersi su quattro livelli, con spazi adatti a ospitare concerti di musica da camera e altri pensati per caffè, bar, ristoranti.

Siviglia ne ha fatta di strada durante i secoli, e comunque non ha mai smesso di eccellere!


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